Vincenzo Nibali (Astana) è il vincitore della 99/a edizione del Giro d'Italia di ciclismo. Al termine della corsa partita da Apeldoorn (Olanda) il 6 maggio, e conclusasi oggi con la passerella di Torino, ha preceduto il colombiano Chaves di 52" e lo spagnolo Valverde di 1'17". E' il secondo Giro vinto da Nibali, già trionfatore nel 2013. Vincenzo Nibali ha tagliato il traguardo di Torino alzando il braccio del compagno Michele Scarponi. Un omaggio al suo gregario che lo ha sostenuto durante tutto il Giro. Prima i due si erano scambiati una pacca sulla spalla in segno di festa. "E' stata un'emozione bellissima per tutto il percorso, poi entrare qui nel circuito, con tutta quella folla, che dire...eccezionale, non ci sono parole...": così Vincenzo Nibali, fresco vincitore del Giro d'Italia, ai microfoni della Rai, dopo aver tagliato il traguardo finale a Torino. "Sono grandi emozioni", aggiunge il siciliano che è stato oggi raggiunto nel capoluogo piemontese dalla famiglia: "Sono partiti tutti ieri sera e oggi sono arrivati qui,. Avrò la possibilità di abbracciarli tutti".
SUB IUDICE L'ULTIMA VOLATA - La giuria del Giro d'Italia ha assegnato al tedesco Nikias Arndt (Team Giant) la vittoria dell'ultima tappa del Giro d'Italia, da Cuneo a Torino. Giacomo Nizzolo, primo al traguardo, è stato declassato perché la sua azione allo sprint è stata ritenuta irregolare. Sul podio con Arndt (Giant) salgono Matteo Trentin (Etixx), secondo, e Sacha Modolo (Lampre), terzo. E' la settima vittoria tedesca al Giro 2016. "Non posso fare altro che accettare il verdetto della giuria, ma è una decisione ingiusta perché so di aver fatto i movimenti giusti". Giacomo Nizzolo, vincitore di tappa declassato dalla giuria in favore del secondo arrivato, il tedesco Nikias Arndt, non nasconde la sua delusione. "Se hanno visto questo accetto la decisione - spiega - andrò a casa non felice, ma sapendo che una tappa al Giro la valgo". La giuria ha declassato Nizzolo per aver ostacolato la volata di Modolo stringendolo all'esterno. Il Giro si conclude senza vittorie azzurre in volata
PIOGGIA E CADUTE - Nuova caduta in gruppo lungo il circuito cittadino di Torino, arrivo dell'ultima tappa del Giro d'Italia: ne hanno fatto le spese, tra gli altri, i colombiani Uran Uran e Chaves. I due colombiani si sono rialzati. La strada è resa viscida dalla pioggia caduta in mattinata. Eventuali ritardi accumulati all'arrivo non determineranno comunque effetti sulla classifica in virtù della decisione della giuria di neutralizzare i tempi al primo passaggio degli otto previsti nel circuito cittadino.
A 6 chilometri dal traguardo rovinosa caduta di Sonny Colbrelli. Il corridore della Bardiani, che stava tentando un allungo, è rimasto a terra dopo un pauroso capitombolo causato dal contatto tra il suo braccio sinistro e uno spettatore ai lati della strada.
Scivolone senza gravi conseguenze per Esteban Chaves, nel corso della 21/a e ultima tappa del Giro d'Italia, da Cuneo a Torino. Il colombiano, secondo nella classifica generale del Giro, complici una distrazione dettata dal clima di festa che si respira in gruppo e la strada resa viscida dalla pioggia, ha perso il controllo della bici. Con lui sono caduti anche altri corridori dell'Orica, tutti prontamente rientrati in gruppo. Nella stessa caduta è rimasto coinvolto il danese della Lotto Soudal Lars Bak che invece è stato costretto al ritiro.
Nibali: "libero da pressioni, ed è stata svolta" - Il guizzo del fuoriclasse, la giocata che risolve una gara dopo una prestazione opaca. E' stato cosi' il Giro di Vincenzo Nibali, apatico per diciotto tappe, tra una condizione che tardava ad arrivare, strategie sbagliate e un campione in crisi d'identità che non si riconosceva più. "Non sono più io", la frase pronunciata non più tardi di martedì scorso, sembrava l'epitaffio in calce a una resa firmata dopo l'ennesima sberla rimediata sul Fai della Paganella, mica lo Zoncolan. Ma il campione non abdica mai a se stesso. Due tappe di quelle toste, con montagne vere da scalare, e riecco il Nibali vincitore di Tour, Giro e Vuelta a dettare legge sulle Alpi. All'inferno e ritorno in due giorni e sorpasso in vetta. Roba da campioni, appunto. "Il clic - spiega - è scattato quando mi sono detto che vincevo o perdevo alla fine era importante si', ma era la stessa cosa. E' stato allora che mi sono liberato di tutte le pressioni e di tutti i pensieri. Non è stato facile questo Giro, vissuto da favorito, con tutti i fari addosso. Mi è stata vicino la squadra, ma anche i colleghi di altri team che mi dicevano che poteva succedere ancora di tutto nell'ultima settimana. E poi il pubblico, un affetto straordinario sulle strade".
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