Nei pressi dell'eremo di San Bartolomeo in Legio, dove si ritirava Pietro da Morrone prima di diventare Celestino V, un 'Kondor' colombiano vola più alto di tutti e a un certo punto si ferma con l'aria di chi ha stravinto, quando mancano pochi chilometri alla vetta del Blockhaus, il gigante della Maiella. Ha il volto scavato di un anziano e si chiama Nairo Quintana: sa di averla fatta grossa, mettendo in crisi tutti i rivali e indossando con pieno merito la maglia rosa del 100/o Giro d'Italia. Quintana arriva da durissimi allenamenti sulle Ande e oggi ha deciso d'imporsi in luoghi da asceti, che incorniciano un'ascesa estrema, affrontata dal versante più duro. Se è vero che la salita è innanzi tutto un viaggio dentro se stessi, allora la tappa odierna si può definire riservata ai mistici del pedale. Sono loro che riescono a trasformare la sofferenza in estasi. Dopo una caduta provocata da una moto della polizia che - chissà per quale ragione - a 15 km dal traguardo, si trova sul bordo sinistro dalla carreggiata e coinvolge due big con ambizioni di classifica come gli Skymen Geraint Thomas e Mikel Landa, comunque giunti sul traguardo, sia pure a pezzi ("Ridicolo cadere in quel modo, certe cose non dovrebbero accadere", le parole del britannico), nella salita decisiva esplode la corsa. Nairo Quintana si toglie la maschera e mette due compagni davanti. Amador e Anacona lo trascinano a ritmi altissimi e poi si sfilano, lasciando spazio a chi ne ha. A 9 km dal traguardo va in crisi la maglia rosa Bob Jungels, mentre ai -7,5 km restano in nove al comando. Quintana parte la prima volta ai -7,5 km, ma Vincenzo Nibali e Thibaut Pinot gli s'incollano alla ruota. Ai -6,5 scatta il francese, ma è un fuoco di paglia; Pinot ci riprova a 6,1 dall'arrivo, mentre Jungels viene segnalato a 53". Ai -5,8 parte ancora Quintana: ripreso. Ci riprova ai -5,3 km, poi ai -4,7 - quando la pendenza raggiunge il 14 per cento - ed è la fuga buona: quella che varrà la vittoria e la maglia rosa. Pinot e Nibali non riescono a far nulla, anzi il siciliano - ai -3,6 km - si arrende pure al francese e viene superato in seguito sia da Dumoulin sia da Mollema, piazzandosi al quinto posto con 1' di ritardo dal vincitore. La classifica vede adesso comandare Quintana, con 28" su Pinot, Dumoulin a 30", Mollema a 51" e Nibali a 1'10" La tappa, partita da Montenero di Bisaccia, ha regalato emozioni fin dall'inizio e già al 5/o chilometro sono partiti in in nove: Alexey Tstatevich, Mads Pedersen, Marco Marcato, Omar Fraile, Jan Tratnik, Matteo Montaguti, Luis Leon Sanchez, Matteo Busato e Iljo Keisse. Al 59/o km si sono aggiunti Pierre Rolland, Tomasz Marczynski e Sacha Modolo, che hanno provato a risalire posizioni. A 10 km dall'inizio della salita, il gruppo torna compatto e, dopo la caduta dei... big, cominciano i fuochi d'artificio. Il Blockhaus produce distacchi, verdetti e una nuova maglia rosa. Che, probabilmente, Quintana dovrà svestire nella cronometro di dopodomani da Foligno a Montefalco; resta il fatto che il colombiano ha dimostrato di essere, in questo momento, il più forte in salita, confermando che, chi vuole mettere le mani sul Giro, dovrà prima fare i conti con lui. I giochi non sono chiusi e l'unico a farsi da parte sembra lo sfortunato Thomas che, a mente fredda, alza bandiera bianca, dichiarando che il suo Giro "is game over".
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