Una serata che vale complessivamente ben oltre 100 milioni di euro. Questo il significato strettamente economico della sfida di domani tra Italia e Svezia. Contro gli scandinavi infatti la Figc non si gioca solo la faccia, ma una buona fetta di ricavi: e un Mondiale, il più ricco della storia, senza gli azzurri costerebbe caro non solo alla Federcalcio azzurra, con effetti a cascata che riguardano innanzitutto i diritti tv.
In genere le partite degli azzurri attirano una audience di 8-12 milioni di spettatori, che diventano anche più di 20 ai Mondiali (d'altra parte 49 dei rimi 50 ascolti tv di sempre in Italia sono legati a partite di calcio): secondo fonti televisive qualificate, contattate dall'Ansa, la mancata qualificazione degli azzurri a Russia 2018 rischia di costare alla Fifa una perdita di circa 100 milioni di euro rispetto all'ultima edizione del Mondiale. "Fra Rai e Sky la Fifa aveva incassato circa 180 milioni di euro dai diritti tv per il mercato italiano. Senza gli azzurri sarebbe difficile andare oltre gli 80 milioni di euro", spiega un alto dirigente televisivo. I diritti tv per l'Italia, venduti dall'advisor M&P Silva per conto della Fifa, sono ancora da assegnare.
A differenza della Serie A, per la coppa del mondo il prodotto free vale più di quello destinato alla pay tv, e l'impatto di una mancata qualificazione dell'Italia sarebbe ancor più evidente in questo bando, il primo in cui ci si attende concorrenza sul mercato in chiaro, visto che oltre a Rai (che ha con la Figc un contratto da 26,3 milioni di euro per i diritti tv delle partite delle varie nazionali) e Sky potrebbe inserirsi nella partita anche Mediaset, secondo le indiscrezioni ricorrenti negli ultimi mesi.
Senza una rimonta domani a San Siro, è ingente anche la perdita ipotizzabile per il movimento calcistico italiano, già reduce da due eliminazioni al primo turno in Sudafrica e Brasile. Sono garantiti 1,2 milioni di euro per ciascuna delle 32 nazionali al Mondiale in Russia, il più ricco di sempre con 342 milioni di euro di montepremi. Superare i gironi vale quasi 7 milioni di euro, arrivare ai quarti può valere oltre 15 milioni, e via via a salire fino ai 24 milioni di euro per la finalista e i 32,5 per chi conquista la coppa. Gli accordi commerciali siglati dalla Federcalcio con Infront prevedono un minimo garantito sui 14 milioni di euro all'anno, ma sui 43 milioni di euro di introiti commerciali nel bilancio 2016 quasi metà deriva dagli sponsor, e certi rapporti sarebbero difficili da mantenere o rinnovare alle stesse condizioni senza la vetrina russa, nel quadriennio che porta a Qatar 2022.
Ed è facile prevedere anche un drastico calo nella vendita delle magliette, che nel 2014, l'anno dell'edizione brasiliana, ha rappresentato metà dell'intero merchandising azzurro, con circa 2,7 milioni di euro di royalties. Un Mondiale senza Italia, infine, pesa anche sulle casse dell'erario: può valere anche un milione di euro in meno per il Fisco, a tanto equivale infatti il gettito prodotto dalle giocate sugli azzurri, che hanno mosso 19 dei quasi 268 milioni di euro di raccolta. L'Italia al Mondiale, insomma, conviene a molti. Ma il business, se ne facciano una ragione Ventura e Tavecchio, non fa gol.
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