"E' una torta fatta con mille ingredienti venuta decisamente bene". Sorride Sofia Goggia il giorno dopo l'impresa con la vittoria dell'oro olimpico nella discesa libera ai Giochi di Pyeongchang, festeggiata a Casa Italia. "Questa gara e questa pista sono quelle della mia consacrazione - ha aggiunto l'azzurra dello sci -, ho dimostrato una maturità sugli sci che non avevo mai avuto". La Goggia ha detto di aver rinunciato alla combinata perchè "non ho chiuso occhio e avevo anche dei dolorini psicosomatioci che mi impedivano di avere quel livello di attenzione che in una discesa è fondamentale".
"Questa mattina ho preso la funivia e sono salita sulle montagne per contemplarle. Avevo bisogno di stare lì e ho pianto" ha raccontato Sofia Goggia, aggiungendo: "Ho ricevuto tantissimi messaggi, avevo whatsapp intasato. Mi hanno scritto tanti vip, anche Fiorello, e poi sportivi come Federica Pellegrini e Gregorio Paltrinieri. Con Michela Moioli abbiamo fatto una video chiamata e abbiamo urlato in bergamamasco". "La medaglia? È un peso leggero, è una tappa del mio percorso" ha concluso.
LA GARA - Ci sono giorni che si sognano per una vita, e quando arrivano possono scrivere la storia. Sofia si e' inginocchiata, ha baciato la neve coreana, si e' messa il tricolore sulle spalle col solito sorriso e gli occhi umidi pero', perche' il suo momento magico le e' passato davanti adesso e non l'ha colta impreparata: ai Giochi di PyeongChang Sofia Goggia scia l'impresa che fa grande l'Italia, e rende unica se stessa. Vince l'oro nella discesa, la gara regina, nessuna prima tra le azzurre aveva mai toccato l'olimpo della velocita'. Solo un uomo, per l'Italia, quello Zeno Colo' che a Oslo nel '52 scrisse il suo nome tra i cinque cerchi della libera. L'azzurra che a sei anni sulle nevi di Foppolo immaginava un giorno di prendersi lo scettro dei Giochi e' una campionessa capace di battere la piu' grande, Lindsay Vonn, l'americana numero uno che stavolta fa chapeau e lascia la passerella alla amica rivale. Sulla pista dello Jeongseon Alpine center la Goggia si e' concentrata al limite della meditazione perche' quella libera doveva essere perfetta: e tra il secondo e terzo intermedio mette a punto il suo capolavoro.
Nessuna la raggiunge: il suo 1:39.220 tiene dietro tutte, la norvegese Ragnhild Mowinckel che, scesa con un pettorale piu' alto, vola sul filo dei centesimi e tiene tutti col fiato sospeso: ma non la supera, si prende l'argento e lascia il bronzo alla Vonn. Alla fine c'e' spazio solo alla gioia, all'abbraccio tra Sofia e Lindsay, alla voglia di assaporare fino in fondo l'impresa messa a segno. Perche' dopo l'errore nel superg, in cui la Goggia era candidata a un'altra medaglia, non era certo scontato che potesse filare cosi' al traguardo: e poi c'era la pressione da gestire in una gara in cui a giocarsi l'oro erano lei e la Vonn. Ma stavolta Sofia non e' incappata nelle sue goggiate e riporta un titolo olimpico al femminile che mancava dal 2002 (in superg con Daniela Ceccarelli).
"Non mi rendo mica conto che io ho vinto l'oro olimpico - dice l'azzurra nello show post gara - dedico questa medaglia a me tessa, ai sacrifici che ho fatto, a quella bambina che a sei anni sognava di vincere l'Olimpiade, Ci sono riuscita, sono felice. Volevo la discesa perfetta, e l'ho fatta. Ma resto sempre io, quella di tutti i giorni con la consapevolezza che se non avessi vinto avrei avuto lo stesso intorno chi veramente mi vuole bene".
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