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Leghe contro nuova Champions, giù le mani da campionati

Leghe contro nuova Champions, giù le mani da campionati

Lotito "Finito tempo servi gleba". Domani incontro con Uefa

07 maggio 2019, 21:39

Redazione ANSA

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Andrea Agnelli - RIPRODUZIONE RISERVATA

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Andrea Agnelli - RIPRODUZIONE RISERVATA

Le Leghe europee dicono no ai progetti Eca e Uefa di riforma del calcio europeo, Champions in primis. Di più, qualsiasi revisione del sistema deve passare "inevitabilmente" attraverso l'accordo tra le leghe nazionali. Dal presidente dell'European League, Lars Christer Olson al n.1 della Liga, Javier Tebas, da Claudio Lotito ad Aurelio De Laurentiis fino all'a.d. della Lega di A, Luigi De Siervo, la riunione allargata delle leghe europee a Madrid, ha visto crescere il fronte comune "contro le riforme calate dall'alto". Domani l'incontro decisivo con l'Uefa. Edwin van der Sar, dg dell'Ajax e vice di Andrea Agnelli alla guida dell'associazione dei principali club europei, ha illustrato la posizione dell'Eca dopo l'introduzione del n.1 Juve.

"Non e' vero che vogliamo giocare il sabato". Ma Leghe e "un'ampia maggioranza di club" sono contrari comunque. Il loro e' un no alla 'nuova' Champions che rischia di stravolgere i campionati nazionali: è la sintesi emersa dall'incontro nella capitale spagnola per discutere della proposta di riforma avanzata dall'Eca che ipotizza posti fissi per le big. Le Leghe e "un'ampia maggioranza di club non sono contro i cambiamenti, ma hanno serie preoccupazioni verso una proposta che potrebbe alterare la struttura dei rispettivi campionati nazionali"; e ribadiscono la ferma convinzione che "il merito sportivo debba rimanere la via di qualificazione alle competizioni europee".

"E' finito il tempo dei servi della gleba", la metafora del presidente della Lazio secondo cui "non possono essere 20 società a decidere il futuro di tutti". "Il calcio europeo è cambiato rispetto ad anni fa - ha detto Tebas - Dal nostro punto di vista non può essere presa una decisione senza accordo con le varie leghe, non si può riformare se non c'e' accordo tra tutti". Adesso serve una nuova 'governance', l'unica preposta a decidere nei processi decisionali di riforma.

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