Una autentica standing ovation ha accolto l'ingresso di Sinisa Mihajlovic, premiato questa sera ai Gazzetta Awards con il riconoscimento "Legend", dedicato ai più grandi personaggi di sempre dello sport. "Ora vedo il sole - rivela Mihajlovic, arrivato sul palco con una coppola nera in testa per nascondere la propria lotta contro la leucemia dopo il trapianto del midollo -, vedo la fine del tunnel. Non volevo fare l'eroe, è stata una bella botta ma ho fatto quello che dovevo, petto in fuori e sguardo dritto".
Mihajlovic ha scherzato con l'amico Roberto Mancini, seduto in platea, rivendicando la paternità di molti suoi gol ("i miei assist erano bellissimi"), ha ringraziato la moglie Arianna ("è l'unica persona che ha più palle di me"), si definisce il miglior tiratore di punizioni di sempre ("calciavo in vari modi") e si commuove quando ricorda di "non avere potuto dare il suo ultimo saluto" al padre. "In questi mesi - ricorda MIhajlovic - gli stessi tifosi che mi insultavano mi hanno tributato omaggi con degli striscioni che mi hanno emozionato. L'allenatore Mihajlovic si può discutere, non si può discutere l'uomo: sono sempre stato leale, ho sempre detto quello che penso, nel bene e nel male. La mia famiglia e tutto il mondo del calcio mi sono stati vicini ed è stato bello, emozionante. Mi sono sentito come in una grande famiglia.
L'importante è non perdere mai la voglia di combattere. Quattro mesi fa non potevo nemmeno pensare di essere qui oggi, ma bisogna andare avanti giorno per giorno".
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