Il mondo del tennis lo vede a breve tra le stelle della top ten, lo stesso Rafael Nadal - che sulla terra di Parigi ha subito per due set la potenza dei colpi di Jannik Sinner - lo ha incoronato come il suo possibile erede almeno sul piano della potenza: "E' un giovane talento" le parole del maiorchino. Che si uniscono a una pioggia di elogi: anche il capitano azzurro di Davis, Corrado Barazzutti lo applaude: "E' un predestinato, arriverà molto in alto". Ma non si scalfisce la corazza del giovane fenomeno azzurro riuscito, se non nell'impresa di eliminare il re del Roland Garros, Nadal, ma almeno di farlo tremare.
L'astro dell'italtennis, cresciuto tra le bellissime montagne di Sesto Pusteria, ha giocato per due set alla pari con il più forte di sempre sulla terra battuta dando spesso la sensazione di superiorità. Il giovane altoatesino è stato il primo del torneo a strappargli il servizio (due volte). Tutti dicono che entro un anno potrà scalare la classifica ed entrare nella top ten. "Non saprei. Non sono uno che non guarda troppo al futuro o al passato: guardo al presente. E' bello sentirselo dire ma alla fine devi dimostrare ogni cosa. E finora non ho vinto niente - ammette Sinner dopo l'eliminazione ai quarti dello slam parigino - Okay, le Next Gen Atp Finals, sono un torneo. Ma alla fine non ho ancora vinto niente. C'è solo da mettere giù la testa e cercare di migliorare. Stare sul campo a lavorare ore e ore: questo è ciò che mi serve. Ho un grande team che mi supporta.
Vedremo dove sarò tra 12 mesi". Alla sua prima partecipazione al Roland Garros, a 19 anni, è arrivato fino a i quarti di finale, un risultato che per tanti ottimi giocatori varrebbe quasi una carriera. Sinner le idee le ha chiare. "Ho avuto le mie chance nel primo set e le ho avute anche nel secondo. Non le ho sfruttate. Sono stato avanti un break in entrambi i set. Se hai un break di vantaggio quello che devi fare è giocare al meglio i tuoi turni di servizio. Cosa che io non ho fatto - ha detto -. Ovviamente è dura giocare contro di lui. Non ti concede granché. La sua palla è piuttosto pesante. Devi trovare un equilibrio perfetto: non devi esagerare, non devi rallentare. Se non picchi forte ti tira dei vincenti o comincia a farti correre, come ha fatto nel suo primo game al servizio all'inizio della partita. Quando ha il gioco in mano - afferma l'altoatesino - comincia muoverti, muoverti, muoverti. Allora ho cercato di stare il più possibile dentro il campo, di aumentare la velocità, rubargli il tempo. E ha funzionato piuttosto bene. Come dicevo, ho avuto le mie opportunità sia nel primo che nel secondo set. Purtroppo non sono riuscito a sfruttarle. Poi, quando è andato sopra di due set e un break, non era facile tenere. Ho provato a stare lì.
Comunque lui merita di essere dov'è. Non posso che congratularmi con lui". I complimenti per Sinner restano: "Ha giocato senza alcun timore reverenziale di fronte a un signore che ha vinto 12 volte a Parigi. Gli è mancata un po' d'esperienza nei momenti decisivi - dice Barazzutti - arriverà in alto anche perché ha la testa giusta. Top ten penso proprio di sì e anche meglio".
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