"Ci stiamo attenendo alle regole e cerchiamo di fare le cose nel modo più giusto possibile. Non mi è mai stato detto che si sarebbe fermata la corsa. Dipende comunque tantissimo da cosa deciderà il Governo, è lui che deciderà prima di noi se correre o no. Il Giro è un patrimonio internazionale e prima di fermarlo ci penserei due volte". Le parole, dette ai microfoni Rai, da Vincenzo Nibali rendono bene l'idea di quale sia l'atmosfera che si respira al Giro d'Italia. Più che della vittoria dell'ottimo Diego Ulissi, la seconda personale del toscano in questa edizione del 2020, si parla del futuro, ovvero se la Corsa Rosa arriverà fino in fondo, a Milano, il 25 ottobre. La richiesta del team americano EF di sospendere la corsa perché sarebbero venute meno le condizioni di sicurezza anti-Covid è stata respinta dall'Uci e ha indignato la carovana. La posizione un po' di tutti è stata esplicitata da Gianni Savio, team manager dell'Androni Giocattoli: "quella fatta dalla EF è una cosa assolutamente inopportuna, inqualificabile, totalmente vergognosa. Ritengo che sia una mancanza totale di rispetto verso l'organizzazione e anche nei nostri confronti. Come minimo avrebbero dovuto interpellare tutte le altre squadre". Tutto giusto, però se sia il caso di andare avanti è qualcosa di cui si parla.
"Per esempio, vedo molti team che hanno anche i camion ristorante -dice ancora al riguardo Nibali -, tanti si sono lamentati che sono entrate persone insieme negli alberghi. Noi eravamo isolati da un'altra parte e con camere isolate, da noi la bolla regge. Ci sta comunque che un caso possa venire fuori. Oggi, con la coda dell'occhio, ho notato persone senza mascherine sulla salite e quindi chiedo a tutti di indossare la mascherina, per noi e per voi". Intanto si va avanti e la maglia rosa Joao Almeida guadagna qualche secondo sui più diretti inseguitori, in quanto si piazza al secondo posto, dietro al solo Ulissi, nello sprint che assegna la vitroria in qusta tappa, che prevedva tanta pianura ma con due Gpm come il Roccolo e il Calaone nel finale, autentici muri con pendenze che toccano il 17-18%. Proprio in quei frangenti, spinti dagli allunghi di Ulissi e del britannico Geoghegan, sono rimasti davanti in venti, fra i quali Almeida che già in precedenza aveva messo al lavoro i suoi per guadagnare terreno su Sagan, rimasto staccato. In salita ha pedalato bene anche Nibali, che nella volata finale ha tirato per Ulissi, uscito bene e bravo a resistere al ritorno di Almeida e dell'austriaco Konrad.
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