"Conosco la sostanza contenuta nella
crema cicatrizzante che ho assunto: l'ho acquistata a gennaio
dopo tre mesi di sofferenza per un'ulcera all'apice del moncone.
Si tratta di una ferita aperta che nessuno farmaco è riuscito a
richiudere". Martina Caironi spiega così la positività al
doping. L'azzurra racconta di aver usato in questi mesi la crema
e che "all'ultimo controllo di ottobre ho dichiarato tale
sostanza. Mi ritrovo a dover saltare un Mondiale in un anno
fondamentale senza ancora aver provato una definitiva cura per
la mia ulcera". "A gennaio chiedo al medico federale la
possibilità di usare questa crema e mi viene detto che deve
essere impiegata in modo locale e a piccole dosi, e che non è
necessario il TUE (esenzione per uso terapeutico ndr) per le
quantità troppo basse. Test antidoping a luglio negativo. La
ferita si apre ancora e quindi continuo in piccole dosi sicura
di non incorrere in alcuna infrazione, e all'ultimo controllo di
ottobre ho dichiarato tale sostanza".
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