Rimandare le Olimpiadi "era l'unica strada percorribile": ne è convinta Manuela Di Centa, ex fondista, campionessa olimpica, membro onorario del Cio e della Giunta del Coni. "Il primo grande motivo è stato il rispetto della salute degli atleti di tutta la famiglia olimpica e paraolimpica che organizza i Giochi e di tutti quelli che sono coinvolti nelle Olimpiadi", ha affermato.
Rimandare i Giochi di un anno, anziché solo di qualche mese, è quindi stata una scelta "di grande e doveroso rispetto nei
confronti di chi si è qualificato, di chi si stava per qualificare e di chi non ne aveva ancora avuto la possibilità. Chi poteva decidere, cambiando i tempi di qualificazione? Non sarebbe stato corretto nei confronti degli atleti di tutto il mondo".
Resta il timore per gli atleti, tra cui anche alcuni azzurri, che guardavano a Tokyo 2020 come l'ultimo appuntamento prima di chiudere la propria carriera e che potrebbero non arrivare al 2021. "Voglio pensare, in questo caso soprattutto come atleta che ha avuto anche momenti di grande difficoltà e di stop nella sua carriera sportiva, che possano trovare energie nuove per tenere duro ancora un anno. Non è facile, ma penso ne valga la pena. Credo siano in grado di fare una grande riflessione e capire se questo stop possa dare, soprattutto a loro, energie ancora più forti per tenere duro".
"E' ovvio il dispiacere per tanti che si preparavano per un obiettivo - ha concluso Di Centa - ma la grande capacità di un atleta è quella di rifocalizzare un grande obiettivo. Forse questa Olimpiade darà maggiori stimoli di preparazione, di volerci essere, di ricaricarsi per un evento spostato di un anno".
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