"Sono io il prossimo?". Coco Gauff,
stella nascente del tennis americano, scende in campo
aggiungendo via social la sua voce a quelle del mondo dello
sport oltraggiate dall'uccisione di George Floyd durante il suo
arresto, lunedì a Minneapolis.
Mostrandosi con la testa coperta dal cappuccio della felpa,
sguardo serio di fronte alla telecamera, in un video sul network
TikTok, Gauff resta in silenzio e affida il suo pensiero ai
sottotitoli che scorrono: "Uso la mia voce per combattere il
razzismo. Userete la vostra?". Poi scorrono le foto di George
Floyd e di altre vittime nere di crimini a sfondo razzista. Si
riconoscono Ahmaud Arbery, il jogger assassinato a colpi d'arma
da fuoco il 23 febbraio a Brunswick, in Georgia, da un padre e
suo figlio, o anche Breonna Taylor, un medico di emergenza di 26
anni, uccisa dalla polizia che aveva fatto irruzione nella sua
casa in Kentucky, a marzo. Alla fine della sequenza Gauff, 16
anni, alza entrambe le mani mentre queste parole appaiono in
conclusione: "Sono io il prossimo?".
Il suo messaggio è solo l'ultimo di una lunga lista di atleti
che hanno espresso la propria indignazione. Dalle star della NBA
LeBron James e Magic Johnson, all'ex attrazione della NFL Colin
Kaepernick
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