"Noi facciamo attività sportiva non
specialistica per bambini e curiamo un progetto per minori con
disturbi dello spettro autistico, oltre a gestire discipline di
squadra come calcio, pallavolo e basket, per ragazzi fino ai 18
anni. Un blocco dell'attività sarebbe un grave danno,
specialmente per i più piccoli che nello sport trovano un
importante momento di socialità. Per molti, sarebbe il vuoto".
E' la testimonianza di un'allenatrice di una associazione
sportiva dilettantistica di Siena, la Primo Salto, che come
altre migliaia di realtà simili affronta un momento di forte
ansia dopo il Dpcm di ieri. "C'è tanta preoccupazione per la
possibile chiusura - afferma Anastasia Pisani, al telefono con
l'ANSA -, ma soprattutto c'è bisogno di chiarezza". "Rispetto
all'anno scorso abbiamo avuto un deciso calo degli iscritti -
spiega l'istruttrice -. In parte è dovuto alle scelte delle
famiglie, in parte per la riduzione degli spazi per il venir
meno delle palestre scolastiche. Oltre al danno economico, che è
ingente, e si aggiunge ai maggiori costi per rispettare il
protocollo - prosegue Pisani -, c'è una forte ricaduta sulla
vita dei più giovani, che nello sport hanno spesso l'unico sfogo
al di fuori della scuola".
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