Dietro al podio olimpico degli Azzurri della pallavolo, a Londra 2012, ci fu anche una sorta di 'allenamento alle ingiustizie arbitrali'.
Il retroscena è stato rivelato dal ct della squadra, Mauro Berruto, in collegamento da casa nell'ultimo dei tre incontri sull'importanza di 'essere antifragili' organizzati in streaming da Area X, iniziativa di Intesa Sanpaolo Assicura a Torino.
"Mi trovo in autoisolamento volontario, proprio per essere
coerente con i valori di massima protezione ispirati da Area X",
ha esordito Berruto, prima di tornare al tema delle sue lezioni,
l'importanza di essere 'antifragili'. Berruto ha elencato tre
componenti della performance sportiva che non si possono
allenare in senso tradizionale: "La variabile data dagli
avversari, dal pubblico e dall'arbitro".
Proprio quest'ultimo punto lo spinse, alla vigilia del girone
di qualificazione per le Olimpiadi, all'intuizione di abituare
la squadra in allenamento anche ai torti arbitrali. "Contro ogni
previsione - ha ricordato Berruto - quell'esperienza si è
rivelata utile non nella qualificazione in Bulgaria, ma in
un'altra fase cruciale del torneo. Ai quarti di finale, contro
gli Stati Uniti, nel momento clou della partita l'arbitro diede
per buona una palla finita palesemente fuori campo". Quel
particolare allenamento, fatto mesi prima, aiutò la squadra a
non perdere la concentrazione e continuare l'avventura olimpica
fino alla medaglia di bronzo. "Bisogna sempre seminare, perché
non si sa quando arriverà il momento del raccolto - ha concluso
Berruto - Ma se non si semina l'unica certezza è che non si avrà
nulla da raccogliere".
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