(di don Gionatan De Marco,
cappellano azzurro al Villaggio atleti)
"Un suono dolce pervade i cieli di Tokyo e di tutto il Giappone,
avvolge e accompagna le giornate fuori e all'interno del
Villaggio Olimpico: racconta la cultura e le tradizioni di
questo popolo magnifico che ci ospita. È il suono del fuurin, la
tipica campanella a vento con involucro di ghisa, da cui pendono
uno o più tubicini, con legata una strisciolina di carta
decorata, che al soffiare del vento producono uno scampanellio.
Potremmo benissimo definirli la colonna sonora di questa terra
nipponica, soprattutto d'estate quando vengono appesi alle
grondaie e agli infissi dei templi, dei negozi e delle case. Il
monaco buddista Honen Shonin di Kamakura nel XII secolo lo
definì tesoro nazionale, per il suo supposto potere benefico: in
molti credono ancora che il suo suono tenga lontani gli spiriti
maligni dai luoghi abitati. Vorrei quasi rubarmene uno e
portarlo con me per ridestare sogni sopiti e per far
riacquistare il gusto dei suoni a chi vive ormai abituato ai
rumori. Vorrei quasi rubarmene uno per far riscoprire la bontà
del suono di una campana, di quelle che ormai passano
inosservate nelle nostre città, spesso diventano disturbo nei
nostri paesi, ma attorno ad una campana, come attorno ad un
fuurin, possono nascere amicizie, possono guarire legami feriti,
possono sorgere sogni per cui vale la pena iniziare una
rivoluzione. Nel Villaggio Olimpico i fuurin suonano e cullano i
sogni di vittoria di ogni atleta, abbracciano le paure e
accarezzano le solitudini. Nel Villaggio Olimpico, sono certo, i
fuurin sapranno farsi cura per sostenere le delusioni e sapranno
farsi festa per accompagnare le vittorie".
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