L'arrivo nell'Nba, e in particolare nei Chicago Bulls, fu traumatico per Michael Jordan. E' quanto emerge nei primi due episodi di 'The last dance', il documentario prodotto e trasmesso da ESPN nel quale viene svelato il volto meno noto della vita della star del basket mondiale e dei Bulls. La serie inizia - come raccontano i media Usa - con un breve viaggio a ritroso nella vita del campione, partendo dalla Carolina del Nord fino ad arrivare a Chicago, per giocare nei Bulls.
"Ricordo il mio arrivo, era un gran casino: giravano donne e droga. Io ero un novellino, ma i veterani della squadra facevano cose che non avevo mai visto. Come quella volta in precampionato: penso fosse a Peoria, nell'Illinois. Ero in hotel e cercavo di trovare i miei compagni, ho iniziato a bussare a tutte le porte e sono arrivato davanti a una stanza dove c'era rumore. Sentivo qualcuno che diceva: 'Shhhh, c'è qualcuno là fuori'. Poi ho udito una voce che chiedeva: 'Chi è?' Ho risposto: 'MJ'. E hanno detto: 'Accidenti, è solo il novellino.
Non ti preoccupare'. Così hanno aperto la porta e praticamente c'era tutto il team; facevano cose che non avevo mai visto in vita mia. C'erano strisce di cocaina ovunque, tubi di marijuana, donne ... Era un circo. Da quel momento sono rimasto solo".
Nel documentario, Jordan ha ribadito la propria posizione contro l'uso di droghe: "Non sono andato nei locali, non ho fumato, non ho fatto uso di cocaina e in quel momento non ho bevuto. Stavo solo cercando di riposare ed essere bravo a giocare a basket".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA