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Juventus choc: Conte va via, Allegri è il nuovo tecnico

Juventus choc: Conte va via, Allegri è il nuovo tecnico

Nuovo tecnico bianconero: con Pirlo mai avuto problemi

TORINO, 17 luglio 2014, 11:14

Luciano Clerico

ANSACheck

"Quando ieri mi hanno telefonato per chiedermi la disponibilità di allenare la Juve, è stato un fulmine a ciel sereno. Sono felice e onorato". Queste le prime parole di Massimiliano Allegri da tecnico bianconero. "So dello scetticismo dei tifosi e lo capisco visto il rapido cambio, ma io sono qui per proseguire e migliorare la striscia vincente''. "La società ha una strategia oculata di mercato - spiega ai giornalisti che gli chiedono se il mercato della Juventus sia all'altezza del blasone della squadra - e sta cercando di rinforzare la Juventus per renderla ancora più competitiva in Italia e in Europa". "Non è mia intenzione stravolgere un gioco che funziona, introdurrò accorgimenti per aiutare la squadra a continuare a fare grandi cose".

"Con Andrea Pirlo ho un ottimo rapporto", afferma Allegri, "con lui non ci sono mai stati problemi e mai ho messo in discussione le sue qualità, anche perchè sarei stato un matto. Sono fortunato a ritrovarlo dopo tre anni".

Massimiliano Allegri è il nuovo tecnico della Juventus, succede ad Antonio Conte. La società ha ufficializzato l'accordo. L'intesa, biennale, dovrebbe prevedere due milioni di euro a stagione.

Marotta: "Grazie a Conte, è un vincente". "Quello che è stato fatto in questi tre anni è stato qualcosa di storico. L'esperienza di Conte è stata assolutamente positiva e lo ringrazio per quanto ha fatto per la Juventus". Così l'ad del club bianconero, Beppe Marotta, ha esordito nella conferenza stampa di presentazione del nuovo tecnico bianconero Massimiliano Allegri. "Lui è un tecnico vincente - aggiunge - e gli auguriamo il futuro migliore possibile". "Con Conte si è chiuso un ciclo vincente - aggiunge -, con Allegri ne vogliamo aprire un altro". "Dovevamo agire in fretta e la scelta di Allegri è stata fatta per continuare a vincere". La Juventus ha "cercato fino all'ultimo di tenersi stretto" Antonio Conte, ha assicurato Marotta.

Massimiliano Allegri, 47 anni, dovrebbe essersi accordato nella notte con la Juventus. Allegri, un passato da giocatore nel Livorno, Pisa, Pescara, Cagliari, Napoli, da allenatore esordì nel 2003-2004 sulla panchina dell'Aglianese, in prima categoria. Quindi Spal, Grosseto, Lecco, Sassuolo. Nel 2008 l'arrivo in serie A con il Cagliari (fino al 2010), e dal 2010 al 2014 il Milan. Ha vinto lo scudetto al suo primo anno. Nel 2011 il riconoscimento AIC come miglior allenatore della stagione.

Divorzio a ciel sereno tra la Juventus e Antonio Conte
Come un fulmine, in una quieta sera d'estate. Così è piombata su Torino la notizia che la Juventus e il tecnico avevano deciso di dirsi addio. La conferma ufficiale l'hanno data, contestualmente, il presidente Andrea Agnelli e il tecnico pubblicando i rispettivi reciproci "grazie" sul sito della società. Andrea Agnelli ha detto il suo pubblico "Grazie Antonio" con una lettera pubblicata sul sito. Antonio Conte lo ha fatto con un intervista-video sul suo profilo-twitter del sito bianconero. E nell'intervista il suo primo "enorme grazie" non è al presidente o alla società, ma "ai ragazzi per quello che mi hanno dimostrato negli anni da allenatore. Abbiamo fatto qualcosa di storico, che niente e nessuno potrà mai toglierci". In questi termini è stata ufficializzata una rottura che non era proprio nell'aria. Anzi, il contratto che legava Conte alla Juventus scadeva nel 2015, ed erano in corso trattative per prolungarlo di un anno. Poi la svolta improvvisa. "Grazie Antonio, sei stato un grande condottiero per i nostri ragazzi e la notizia di oggi mi rattrista enormemente - ha scritto Agnelli -. Ma di fronte ai sentimenti e alle ragioni personali anche un Presidente deve fare un passo indietro. Sono passati oggi solamente due mesi dall'ultima grande vittoria e la Juventus deve continuare il suo percorso. Si riparte da zero. Da zero punti in classifica, come gli altri, e da zero vittorie". Nessuno nell'ambiente juventino, e probabilmente neppure Conte, si aspettava che la trattativa in corso per il prolungamento di un anno del suo contratto si sarebbe interrotta in questi termini, con una "rescissione consensuale". "C'e' stato un percorso durante il quale ho maturato percezioni e sensazioni che mi hanno portato a questa decisione - ha detto il tecnico -. In questi anni ho dimostrato di essere un vincente". Per esserlo ancora, però, la Juventus 2014-2015 avrebbe dovuto essere diversa a suo avviso da quella che Agnelli e Marotta gli stavano allestendo. Nessuna conferma ufficiale in tal senso, tuttavia negli ambienti juventini è circolata con insistenza la voce secondo cui la rottura tra il tecnico e la società sarebbe maturata intorno a tre nomi: quelli di Sanchez, Cuadrado a Vidal. Conte voleva fermamente l'arrivo dei primi due, e si opponeva altrettanto fortemente alla cessione di Vidal, per il quale il Manchester United sarebbe pronto a un'offerta milionaria. La Juventus dal canto suo non ha mai nascosto le sue intenzioni di mercato: Evra, Iturbe e Morata. Ottimi giocatori, ma non sufficienti agli occhi di Conte per quella Juventus chiamata a confermarsi vincente anche nel 2014-2015. "Perché questa è la Juventus, una società obbligata a vincere. Ma vincere non è facile" ha tagliato corto il tecnico. 

La comunicazione di ANTONIO CONTE
   

 

TRE STAGIONI DA RECORD, IL PUNTO

Spettacolare o cinica, quasi sempre impeccabile nell'organizzazione del gioco e spesso 'feroce' - come pretende il suo allenatore - la Juventus ha centrato l'obiettivo storico del terzo scudetto consecutivo. Non le accadeva da 80 anni. Ed ora anche per le istituzioni calcistiche la Vecchia Signora puo' fregiarsi della terza stella. Per il club bianconero ed i suoi tifosi, invece, sono gia' 32. In Italia un record dietro l'altro, che hanno lenito le amarezze europee: 17 vittorie in casa (finora) in altrettante partite, meglio dei cugini del Torino nell'anno dell'ultimo scudetto; 93 punti, piu' di quelli collezionati dalla Juve di Fabio Capello. Nel mirino i 97 dell'Inter del 2006/2007.

Solo la Roma e' riuscita a impensierire la macchina da guerra preparata da Conte e dal suo staff: con un filotto di 10
successi a inizio stagione e mai doma anche nel finale - almeno fino ad oggi, alla sconfitta di Catania - quando solo un'esile
speranza 'aritmetica' la teneva in corsa. La vera svolta della stagione e' stato proprio il ko giallorosso (3-0) allo 'Juventus Stadium', nella prima partita del 2014. E' stata l'accelerazione decisiva che ha portato i campioni d'Italia a +8 sulla squadra di Garcia, mentre il Napoli perdeva sempre piu' quota e le altre finivano lontane anni luce. Due sole sconfitte in tutto il torneo ed un solo momento
veramente difficile, l'harakiri di Firenze: 4-2 per la Viola, tre gol subiti in una manciata di minuti, la difesa in bambola, il centrocampo pure. "Ci serva da lezione": era stato duro con i suoi Conte, come lo sarebbe poi stato forse solo un'altra volta, dopo il 2-2 di Verona, con la vittoria sfuggita al 93'.

La Juve e' stata brava a rimettersi presto in carreggiata dopo il rovescio di Firenze, oliando la macchina ovunque si erano avvertiti scricchiolii: "Non una crisi, ma un momento di appagamento", aveva sentenziato l'ad Beppe Marotta. I bianconeri erano finiti a -5 dalla Roma lanciatissima, con 10 reti al passivo in 8 giornate, cosa che non le capitava da 20 anni.
Il riscatto e' stato immediato e dal successivo 2-0 sul Genoa e' partita una corsa che ha portato la Juve prima ad agguantare la Roma poi a sopravanzarla. Anche il Napoli nel frattempo si era poi afflosciato a Torino, subendo lo stesso passivo dei giallorossi.
Le mosse dell'ultimo mercato si sono rivelate vincenti, in particolare l'acquisto di Tevez. Non solo una prima punta di grande valore, ma un leader, che si sbatte per 90', correndo per tutto il campo.

A conti fatti, il top player che la Juventus cercava, o qualcosa di molto vicino. Con lui ha brillato Llorente, piu' lento a carburare ma poi ugualmente decisivo. Alle spalle dell'attacco ha brillato di luce propria un centrocampo da urlo in campo italiano, dove Marchisio, che in tante altre squadre sarebbe titolare inamovibile, ha dovuto adeguarsi al ruolo di primo cambio. Troppo bravi Pirlo, con le sue punizioni pennellate e la regia a tutto campo, Vidal (in doppia cifra nei gol), e Pogba, di cui tutti hanno ammirato la forza e la tecnica, l'eleganza e la sostanza. Proprio il francese sara' con ogni probabilita' l'uomo-mercato. Dietro, Buffon ha guidato la difesa a tre, superando senza grandi conseguenze qualche giorno difficile.
Alla fine, pero', la difesa bianconera ha subito appena qualche gol in piu' rispetto al bunker della Roma.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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