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Esonerato Zeman, Zenga in pole per Cagliari

Esonerato Zeman, Zenga in pole per Cagliari

Quella del boemo è la quarta panchina a saltare in Serie A

CAGLIARI, 23 dicembre 2014, 19:52

Redazione ANSA

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Hanno giocato insieme in Nazionale per due partite. E ora si contendono, a distanza, la panchina rossoblù. Chiude Zemanlandia, ma a Cagliari il fattore 'Z' potrebbe continuare ancora: dopo l'esonero annunciato di Zdenek Zeman è sfida a due per la panchina rossoblù tra Walter Zenga e Gianfranco Zola. L'ex portiere della Nazionale è in leggero vantaggio e l'accordo potrebbe essere chiuso già in serata. Non c'è fretta (gli allenamenti riprendono il 28), ma il club aspetta una risposta nelle prossime ore. Se dovesse accettare le proposte del presidente Tommaso Giulini, il posto sarebbe suo già entro Natale. Sarebbe la scelta della "scossa". Anche se da anni lontano dalla Serie A, la scelta Zenga è senz'altro quella che offrirebbe maggiori garanzie, avendo già allenato in Italia Catania e Palermo. Quella di Zola, ex Watford invece, sarebbe una scommessa più dettata dal cuore. Amatissimo da tutto l'ambiente e da un'isola che non lo ha mai dimenticato, per lui sarebbe un ritorno da allenatore, dopo i trascorsi da giocatore. E potrebbe riabbracciare capitan Conti, compagno di squadra al Cagliari, dieci anni fa, nelle stagioni 2003-2004 e 2004-2005. Ma l'ex portiere nelle ultime ore sembra aver acquisito un leggero vantaggio: se dovesse accettare le condizioni proposte dalla società, il posto sarà suo. Restano da limare gli ultimi dettagli e la sua reticenza a lasciare Dubai.

Con Zeman salta la quarta panchina di A - Il luna park Zeman spegne le luci. E non è una novità per il tecnico boemo che a 67 anni vive l'ennesimo esonero di una carriera fatta di calcio spettacolo e sconfitte: un'altra pagina amara per Zeman sbarcato a Cagliari lo scorso 2 luglio con la mission di ripetere i miracoli di Foggia e Pescara nel nome del calcio 'champagne'. Era tornato su una panchina di serie A dopo l'esonero dell'1 febbraio 2013 quando allenava la Roma, ma è finita come allora. I deludenti risultati del suo Cagliari, che pure alla quinta partita aveva espugnato san Siro con un sorprendente 4-1 ai danni dell'Inter, hanno indotto Tommaso Giulini a prendere la più difficile delle decisioni, perché non è facile dare il benservito a un personaggio come Zeman, carismatico e molto rispettato nell'ambiente sportivo. 

Determinante, forse, nella decisione della dirigenza sarda, la scelta fatta una settimana fa contro la Juve, di abbandonare il suo marchio di fabbrica, il 4-3-3, a favore di un più accorto 4-4-2, con una formazione imbottita di difensori e in contrasto con il progetto tecnico che aveva portato il presidente Giulini sei mesi fa a puntare su di lui. L'uomo dal carattere introverso, taciturno, sempre avvolto nel fumo delle sue sigarette, pensieroso, è un emblema del calcio, una specie di filosofo, con un'etica che non sempre è andata d'accordo con tante delle regole non scritte che reggono il sistema calcistico.

Si ricordano le sue polemiche sull'abuso di farmaci, le critiche alla Juve, i taglienti giudizi su calciopoli e Moggi. Con le sue prese di posizione ha sempre diviso il pubblico fra ammiratori e detrattori, amici e nemici. Fautore di un calcio tutto attacco e brillantezza, Zeman è l'inventore di una spettacolare applicazione del modulo di gioco 4-3-3, capace di dare grandi soddisfazioni in attacco, ma anche parecchie grane in difesa. Al Cagliari le cose non sono andate per il verso giusto, forse anche a causa di una rosa non proprio fortissima: solo 12 punti e un terzultimo posto che non soddisfa. Ai tanti gol fatti, finora 21, cioè gli stessi del Genoa che è sesto; solo uno meno della Sampdoria che è terza, fanno da contraltare i 29 subiti, solo Cesena e Parma hanno fatto peggio, che ne hanno presi 30 e 36, e non a caso sono i fanalini di coda della serie A.

L'esonero arrivato anche a Cagliari è una delle tante delusioni, che Zeman ha alternato a buoni risultati (fu 2/o e 3/o con la Lazio nel 1994 e 1995) e mirabolanti vittorie con squadre di B ('Zemanlandia' definirono il Foggia portato in A nel 1990 dopo una stagione travolgente, idem nel 2011 col Pescara) spesso alla guida di giovani sconosciuti da lui trasformati in guerrieri e talvolta in campioni: Immobile e Insigne sono passati per le sue mani. Prima di loro Nesta e Nedved, Di Vaio, Osvaldo, Vucinic e Bojinov, e tanti altri. L'ultima volta Zeman fu esonerato dalla 'sua' Roma nel 2013, per la quinta volta in carriera costretto ad arrendersi alla dura legge del calcio che, a prescindere, fa pagare ai tecnici i deludenti risultati in campo. Quando nel febbraio 2013 lasciò i giallorossi, chiesero a Zeman se pensasse di smettere, lui col suo solito stile rispose 'mi devono sparare'. Chissà stavolta che cosa dirà.

E' la quarta panchina di A che salta in stagione. Il 19 ottobre il Chievo ha esonerato Corini (al suo posto Maran)

il 14 novembre l'Inter Mazzarri (Mancini)

e l'8 dicembre il Cesena Bisoli (Di Carlo)


   

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