In crisi di punti, di fiducia e forse anche di nervi. Il Barcellona non e' più capolista solitario nella Liga, Atletico e Real sono a un passo da soffiargli il titolo e Luis Enrique risponde alla critiche dei media: "Se il mio stile non piace, non me me ne può fregar di meno, per usare un termine educato...", e' stata la risposta del tecnico catalano a chi gli chiedeva di uno screzio domenica, dopo il ko in casa col Valencia. Luis Enrique aveva risposto a muso duro alla domanda di un giornalista, Victor Malo. E oggi alla vigilia della sfida delicatissima in casa del Deportivo si e' visto di nuovo al centro delle critiche.
"A picco" (Marca), "Caduti" (AS), "Affondati" (El Mundo), "Com'è ingiusto" (Mundo Deportivo), "Alzati!" (Sport): c'è un po' di tutto suoi giornali spagnoli di oggi per raccontare la 'caduta degli dei', la nuova sbandata del Barcellona che, dopo l'eliminazione in Champions, inciampa anche in Liga dove la sconfitta al Camp Nou contro il Valencia ha riaperto i giochi scudetto, con l'Atletico a braccetto e il Real sotto di un solo punto (il 20 marzo erano rispettivamente a -9 e -10). Sono bastate due settimane in Spagna per parlare non solo di crisi ma forse di un ciclo finito per quella che fino al 17' del secondo tempo del 'Clasico' il 2 aprile scorso (con Real momentaneamente sotto 1-0) era considerata la squadra più completa e forte del calcio moderno. Per quelli che sognavano un triplete-bis e, soprattutto, la doppietta consecutiva in Champions (impresa mai riuscita da quando nel 1992 la vecchia Coppa dei Campioni ha cambiato nome e format) il tonfo stavolta è stato davvero roboante e a cui nemmeno l'attacco delle meraviglie ha potuto mettere una toppa. Tre sconfitte consecutive (Real Sociedad, Atletico Madrid e Valencia) non capitavano da queste parti da 13 anni, ma sono anche 4 nelle ultime 5 partite, con l'inutile vittoria nell'andata dei quarti di Champions. Al di là dei numeri, la squadra di Luis Enrique ha dato l'idea di una squadra spenta, lenta, con una condizione fisica approssimativa, e senza più l'imprevedibilità dei suoi tre tenori là davanti. Insomma, un blackout totale, a cui non è bastata la vittoria in rimonta nell'andata dei quarti di Champions contro l'Atletico, per cancellare dubbi e interrogativi e dar forza alle parole di Luis Enrique dei giorni scorsi ("Siamo sempre i migliori"). E non è bastato nemmeno il gol numero 500 di Leo Messi, arrivato dopo 515' di digiuno, a dar man forte agli ottimisti, con Piquè sconsolatamente mandato a fare il centravanti ieri sera, così come al 'Vicente Calderon' pochi giorni fa: una mossa da campi di periferia, l'ha ribattezzata qualcuno, che ha sollevato più di un interrogativo tattico. Mercoledì si riparte per la 34/a giornata di Liga e forse per i blaugrana è un bene che si torni subito a giocare: il Barcellona va La Coruna, mentre i due club di Madrid hanno compiti decisamente più ardui, i 'colchoneros' a Bilbao contro l'Athletic 5/o in classifica, mentre il Real ospita il Villareal, quarto.
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