Guai a gettare la croce addosso al
procuratore Mino Raiola per il caso Donnarumma: la decisione di
abbandonare il Milan "non può che essere stata del giovane
atleta". Lo sostiene convinto Claudio Pasqualin presidente
dell'associazione AvvocatiCalcio secondo il quale "il
procuratore non può decidere un indirizzo al posto del suo
assistito. E' evidente che essendo sano di mente e capace di
intendere e di volere, Gigio ha preso autonomamente, o forse
aiutato dalla famiglia, la decisione". "Può darsi che il ragazzo
si sia fatto un po' confondere - aggiunge Pasqualin, che ha
assistito in passato Del Piero, Vialli, Giovinco e Gattuso - ma
non credo che Raiola abbia esercitato questo tipo di pressione.
Il procuratore deve mantenere il comportamento del buon padre di
famiglia facendo gli interessi del suo assistito".
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