Il primo round dell'asta per i diritti tv della Serie A non dà i frutti sperati dalla Lega e dall'advisor Infront. Dopo il bando fallito a giugno, il valore complessivo delle nuove migliori offerte presentate oggi per il campionato del triennio 2018/21 è inferiore agli 800 milioni di euro, e i club non sono granché soddisfatti, perché è lontano dal miliardo e 50 milioni a stagione fissato come traguardo. L'obiettivo resta invariato, ma non sarà semplice raggiungerlo nella tre giorni di trattative private con i broadcaster, decisa all'unanimità dall'assemblea che non ha ancora assegnato nessun pacchetto. Altrimenti, fra venerdì e sabato, la Lega valuterà l'offerta (900 milioni secondo alcune ricostruzioni, 990 secondo altre) dell'unico soggetto in gara nel bando subordinato per intermediari indipendenti, l'agenzia spagnola Mediapro che gestisce i diritti della Liga. E proprio il presidente della Liga, lo spagnolo Javier Tebas, è considerato in corsa per il nuovo ruolo di amministratore delegato della Lega, in concorrenza con l'ad di Infront, Luigi De Siervo. Appuntamento venerdì: come oggi, alle è convocata alle 11 un'assemblea sulla governance (non esclusa una nuova fumata nera) e alle 15 un'altra per i diritti tv. Non sono escluse sorprese. Intanto i tre quarti delle offerte sono arrivate da Sky, che per mantenere lo status quo ha messo sul tavolo circa 580 milioni di euro (più dei 572 milioni investiti per trasmettere l'intero campionato nel 2015/18) superando le richieste minime su tre pacchetti: 261 milioni per A (le gare di otto squadre, le big Juventus, Milan, Napoli, Inter, Lazio, Fiorentina e due di fascia bassa per la piattaforma satellitare), circa 60 milioni per i relativi diritti opzionali esclusivi, e 170 milioni per C (stessi contenuti di A per Internet, senza i diritti a trasmettere in bar e hotel e altri accessori), in modo da poter continuare a trasmettere anche su Now Tv, la piattaforma web on demand. Così per ora ha tenuto fuori altri colossi del web, sbaragliando la concorrenza di Perform, che avrebbe offerto 100 milioni e Tim, fermata ben al di sotto dei 50.
Trattative private su pacchetti B e D - Le trattative fra la Lega Serie A e i broadcaster che hanno partecipato al bando per i diritti tv saranno relative ai pacchetti per cui non sono arrivate offerte superiori al prezzo minimo, come ha chiarito la stessa Lega in un comunicato. Si tratta del pacchetto B (le partite di 8 squadre, le big Juventus, Milan, Napoli, Inter, Lazio, Fiorentina e due di fascia bassa per il digitale terrestre), per cui sono arrivare due offerte: Mediaset avrebbe messo sul piatto 200 milioni di euro, meno della base d'asta di 260 milioni, e una ancora più bassa di Italia Way, società collegata all'imprenditore Francesco Di Stefano, il fondatore di Europa 7, protagonista a cavallo fra gli anni '90 e 2000 di una lunga battaglia legale contro Mediaset per l'assegnazione delle frequenze. Trattativa privata anche per pacchetti D1 e D2 (le partite delle altre 12 squadre), su cui Sky avrebbe offerto meno della metà del prezzo minimo complessivo (300 milioni di euro), e per i relativi diritti accessori, contenuti nei pacchetti Platinum D1 e Platinum D2.
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