La Juventus "presenta una
situazione di tensione finanziaria" in quanto non dispone "di
capitale circolante sufficiente a far fronte al proprio
fabbisogno finanziario complessivo", stimato "in 148 milioni di
euro", per i prossimi "dodici mesi". E' quanto evidenzia il
prospetto dell'aumento di capitale, in apertura della sezione
dedicata ai "fattori di rischio" che corre chi intende
sottoscrivere la ricapitalizzazione da 300 milioni di euro, in
partenza lunedì prossimo in Borsa.
Il documento sottolinea che "circa la metà dei proventi netti"
dell'aumento "sarà destinata a rimborsare debiti o finanziare
impegni già assunti ovvero da assumere" nel corso dei prossimi
dodici mesi "e solo la parte residua" verrà dedicata "a
finanziare le ulteriori azioni previste dal Piano di Sviluppo"
al 2023/24.
Il piano contiene "obiettivi sfidanti rispetto alla
performance economico-reddituale degli ultimi due esercizi
sociali". L'obiettivo di arrivare all'utile entro la fine del
piano "è molto elevato" basandosi su assunzioni, come l'arrivo
agli ottavi di finali di Champions e un piazzamento in
campionato tale da garantire la partecipazione alla competizione
europea, "caratterizzate da elevata aleatorietà" e che "esulano
dal pieno controllo dell'Emittente".
A chi volesse acquistare azioni viene anche ricordato che i
risultati economici sono "altamente variabili" in quanto
influenzati "in misura significativa" dalle performance
sportive. La Juve ha accumulato primi nove mesi dell'anno 59
milioni perdite, il 2019/2020 "è previsto ancora in perdita",
con un rosso che "non si esclude" possa essere "maggiore". La
Juve, avverte il documento, non distribuisce dividendi dal 2002
ed è esposta "al rischio di non generare utili nei prossimi
anni" e continuare dunque in questo trend. E sul fronte
dell'indebitamento presentava al 30 settembre debiti finanziari
lordi per 585,2 milioni, con una leva tra debito finanziario
netto e patrimonio di 47,5 volte.
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