"Così non mi sento tranquillo e
pertanto, di comune accordo con la Honded Budapest, ho deciso di
rescindere il contratto che sarebbe scaduto il 30 giugno. E' un
momento particolare: con il mio staff siamo lontani dai nostri
affetti, dalla famiglia. E' un momento non bello, tutti noi
sentivamo il bisogno di tornare a casa". Così Beppe Sannino, che
era alla guida della gloriosa ex squadra dell'esercito dove
giocavano alcuni big della grande Ungheria, spiega all'ANSA i
motivi che lo hanno portato a lasciare la panchina del club.
"Adesso penso solo a tornare a Varese, dove abito: spero di
riuscirci. Sarà un problema tornare a casa, cercheremo di farlo
via terra, affittando un'automobile - aggiunge l'ex allenatore
di Varese e Palermo -. Spero di riabbracciare mia moglie, i miei
due figli e i miei due nipoti. Tutti volevamo tornare indietro.
Ho già fatto la quarantena, il tampone, che per fortuna è
risultato negativo; il mio vice ha rescisso nelle scorse
settimane ed è tornato a Bergamo, dove si era appena sposato.
Non si sentiva tranquillo come non lo sono io. La salute viene
prima di tutto. Mi dispiace, perché ci eravamo qualificati per
la semifinale della Coppa d'Ungheria: vincere il torneo sarebbe
stato importante, anche in relazione della possibile
qualificazione alla prossima Europa League".
"Non ci voleva questa cosa, ma andiamo avanti e pensiamo al
bene di tutti. Cerchiamo di star bene", conclude Sannino.
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