"Quella volta che il Real Madrid mi
scrisse di non giocare strappai la lettera, senza neanche
leggerla: era la finale del Mondiale 2014, e avrei accettato
perfino il rischio che potesse essere l'ultima partita della mia
vita, pur di essere in campo". Lo racconta, sei anni dopo, Angel
Di Maria, esterno argentino ora al Psg. Nel Mondiale brasiliano,
l'Argentina perse il titolo con la Germania, ma Di Maria visse
una storia nella storia
"Siamo solo in tre a conoscerla: io, il medico della
nazionale e il ct Sabella", ha raccontato l'argentino a Telefe.
"Avevo un infortunio muscolare serio, ma volevo giocare a tutti
i costi, anche quello di poter chiudere li' la mia carriera",
dice Di Maria che all'epoca aveva 26 anni e giocava nel Real dei
Galacticos. "Sapevo che il Real voleva vendermi, poi arrivò nel
ritiro in Brasile quella lettera: la strappai. Andai da Sabella
- prosegue il centrocampista - e piangendo dissi che anche se
non ero al 100%, per me giocare era tutto. Lui mise Perez". Di
Maria rimase in panchina, tra le polemiche di stampa e tifosi
argentini. Nell'estate successiva, passo' allo United.
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