"Per rispondere alla domanda se si possa rivedere una partita il 20 maggio, deve prima essere confermato il discorso del capo della Protezione civile: perché il problema non è solo la partita, ma che nelle squadre non ci siano infetti. Quindi, prima si devono fare dei tamponi". Lo ha dichiarato il presidente del Coni Giovanni Malagò, sulla possibilità che il campionato di Serie A possa ripartire nel mese di maggio, dopo che Angelo Borrelli in mattinata aveva detto che la 'fase 2', quella della convivenza con il virus, potrebbe cominciare dal 16 di maggio.
"L'altra questione - ha proseguito Malagò parlando a Radio Punto Nuovo - è che queste partite non si giocano in un'unica città. Che il 16 o il 20 maggio avremo una libertà di manovra diversa lo auspichiamo: ma da lì ad andare in aeroporto tre volte a settimana la vedo dura".
"Oggi il calcio ha tanti problemi, come d'altronde tutte le Federazioni, e quindi non è nelle condizioni di poter aiutare gli altri: casomai, ci si deve appellare alle istituzioni", ha chiarito ancora Malagò.
"Il taglio degli stipendi? Questa partita si gioca tutta all'interno del mondo del calcio. E' chiaro che ci sono interessi contrapposti: le Leghe, l'Aic... Ma è un'occasione per mettersi in condizione di perdere tutti qualcosa, perché qui perdono tutti. Bisogna sfruttare questo momento di crisi spaventosa: quando le cose andavano bene, non era possibile aggredire certi problemi; oggi, di necessità virtù, si può fare".
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