"Anche tra di noi c'è chi ha più paura, chi non vorrebbe e chi invece freme dalla voglia di ripartire.
Alla fine non può non prevalere il senso di ripartire: c'è da correre un rischio calcolato, secondo me lo dobbiamo correre".
Così il capitano del Lecce Marco Mancosu
sulla possibile ripartenza del campionato di calcio di Serie A
bloccato a 12 giornate dal termine per l'emergenza Coronavirus.
"Se si ripartirà? Spero che con l'accordo dei medici si possa
ripartire - prosegue Mancosu in un'intervista a Rai Sport - Dopo
aver sentito l'apertura del governo oggi ho un po' di speranza
in più. In caso contrario andremmo incontro a un'estate di corsi
e ricorsi e non andrebbe bene. La questione meritocratica deve
prevalere sempre, sennò non c'è giustizia". Il rischio è sempre
quello di un giocatore trovato positivo dopo l'eventuale ripresa
del campionato: "È il punto principale della discussione -
riconosce il centrocampista sardo - Io gioco a pallone, non sono
un medico. Non entro in analisi che non mi competono. Il mio
pensiero è che trovino una soluzione per poter ripartire".
Proprio da oggi l'ok al rientro in allenamento anche per gli
sport di squadra, seppur in forme individuali: "A livello di
umore mi ha trasmesso positività - precisa il giallorosso - come
un primo passo per il riavvicinamento alle cose normali. Sudare
e correre, sono cose che ricorderò con tanto affetto. È come
tornare a quando si andava a fare gli allenamenti da bambini
prima di diventare professionisti. Paura? No, purtroppo ci
dovremo convivere con questo virus".
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