Non tornare ad allenarsi dopo il
lockdown per l'emergenza coronavirus "è una scelta personale".
La pensa in questo modo il difensore della Roma, Chris Smalling,
intervistato dal britannico The Times anche sulla situazione che
sta vivendo il collega del Chelsea, N'Golo Kanté, rimasto a
lavorare a casa per paura del Covid-19, mentre il resto della
squadra ha ripreso ad allenarsi nel centro tecnico di Cobham.
"Siamo rimasti tutti a casa, isolati, siamo usciti solo quando
era necessario. Cambiare davvero le cose, e iniziare a praticare
sport in modo competitivo con altre persone, preoccuperà tutti -
spiega Smalling, al quotidiano inglese -. Posso capire la
posizione di tutti quelli che si tirano indietro quando manca la
massima chiarezza. Tutti vogliono essere il più informati
possibile. Fortunatamente, qui a Roma, ho la sensazione che
abbiano questa chiarezza".
Il centrale arrivato in prestito dal Manchester United,
infatti, sottolinea che a Trigoria "ci hanno tenuti al corrente.
Abbiamo avuto incontri regolari con il ceo, Guido Fienga, per
parlare delle diverse misure e restando aggiornati. È stato
molto utile conoscere le loro discussioni con la Lega e i
dottori, e ce lo stanno trasmettendo direttamente. Ecco perché
credo che molti giocatori qui si sentano a proprio agio nel
tornare, perché conoscono le diverse misure. Conoscono i
protocolli di sicurezza". "È stato tutto elencato, ma se alcuni
giocatori in alcuni club non hanno ancora chiara la situazione,
allora posso capire che sono un po' spaventati fino a quando non
viene tutto alla luce. Anche io vorrei lo stesso", conclude
Smalling.
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