Mentre a Barcellona la situazione è
molto tesa in casa dell'Espanyol, al punto che sono apparse sui
muri scritte con minacce di morte nei confronti dei giocatori,
la squadra ultima in classifica della Liga si prepara a sfidare
la capolista Real Madrid, che va in Catalogna deciso a prendersi
i tre punti. "E' un confronto tra l'ultima e la prima - dice
alla vigilia l'allenatore delle 'merengues' Zinedine Zidane -,
però non vuol dire nulla, perché che siamo superiori a loro lo
dovremo dimostrare sul campo. Quindi non dobbiamo prendere
questa partita alla leggera: per noi sarà dura, perché
l'Espanyol ha bisogno di fare punti. Ma noi siamo il Real
Madrid, e da ora in avanti ogni match è come una finale".
Intanto l'Espanyol ha esonerato il tecnico Abelardo: "è una
decisione del club - commenta Zidane - e io posso solo dire che
mi dispiace per il mio collega".
Poi 'Zizou' fa una considerazione sul proprio futuro. "Non
allenerò per 20 anni, mi ritirerò prima, anche se tutto può
succedere - dice - Credo di essere stato più forte da calciatore
di quanto lo sia ora da allenatore. Non so per quanti anni
allenerò, non l'ho ancora pianificato. Ho giocato per 18-19 anni
e quando mi chiedevano se avrei allenato rispondevo di no.
Invece alla fine sono diventato un tecnico, ma è un mestiere che
ti logora, e ti porta all'esaurimento. Comunque sono contento di
ciò che ho fatto e credo che, come calciatore, aver chiuso la
carriera nel Real Madrid sia stato il massimo".
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