"Avrei dato un dito per
vincere la Champions League con l'Inter, o con il Real Madrid".
Lo ha detto Ronaldo, il Fenomeno, parlando a Rio nel corso di un
evento di uno sponsor alla vigilia della finale della Coppa
Libertadores. E a proposito della massima competizione per club
del Sudamerica, l'eroe dei Mondiali 2002 vinti dal suo Brasile
ha aggiunto: "e un altro dito lo avrei dato per vincere la
Libertadores con il Cruzeiro o il Corinthians".
Ronaldo, ora proprietario del Valladolid che è 16/o nella Liga
spagnola, ha poi elogiato il lavoro di Santos e Palmeiras e la
loro capacità di valorizzare i giovani che ne fanno parte. "Ne
sto osservando molti - ha rivelato - ma non posso comprarli
perché ora i club brasiliani non discutono più in real ma in
euro, i prezzi sono alti e il Valladolid non può spendere certe
cifre. Chi fa il lavoro meglio di tutti è il Santos, non solo
per via del talento dei suoi ragazzi ma anche per il fatto che
il club e i suoi allenatori hanno il coraggio di lanciarli.
Molte società brasiliane lavorano bene in questo senso".
Dopo aver elogiato l'utilizzo del Var ("è meglio attendere
cinque minuti e prendere una decisione giusta, che far
continuare la partita con una sbagliata, di cui poi si parlerà
per anni come per il gol di mano di Maradona"), il Fenomeno ha
rivelato un aneddoto che ha divertito la platea: "è importante
studiare gli avversari, ma io da calciatore non l'ho mai fatto -
ha detto -. Quando ero al Milan una volta Carlo Ancelotti venne
da me e mi chiese se avevo visto i video e se mi ero fatto
un'idea su chi mi avrebbe marcato e contro chi avrei giocato.
'Non ho visto nulla', gli risposi, ma puoi stare sicuri che loro
sanno chi sono io'".
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