"Ibrahimovic si è costruito un
personaggio, per scherzo, non è per niente arrogante. Me lo
ricordo bene quando andò via dal Milan, insieme a Thiago Silva,
e non voleva proprio andarsene, era molto dispiaciuto. Aveva un
legame emotivo con la città e il Milan. Nel 2006 lo prese
l'Inter, ma doveva già approdare in rossonero". Così l'avvocato
Leandro Cantamessa, che è intervenuto a Punto Nuovo Sport Show a
proposito dell'indagine su Ibra dopo la lite con Lukaku nel
derby di Coppa Italia.
"Accusa di razzismo ai danni di Ibra? Non esiste - aggiunge
-. È assurdo, grottesco, pensare ciò di uno che è vissuto in una
sorta di ghetto. Discussione con Lukaku? Non conosco Romelu, ma
Chicco Capellini - mio allievo e avvocato dell'Inter - mi ha
sempre detto che è una persona molto intelligente. Non lo
troverò contro in questo giudizio, Lukaku dovrebbe astrattamente
rispondere di certe frasi e Ibrahimovic non ho capito di cosa.
La frase sui riti Voodoo? Il presidente dell'Everton, per
giustificare vicende personali con Lukaku, tirò fuori questa
storia. Donkey o Monkey? Gli ha detto 'donkey', letteralmente
'asino', ma in ambito sportivo vuol dire scarso. La vicenda
delle 50 sterline? Non c'ero, ma l'ho letto sui giornali, non ho
mai chiesto a Ibra. Sono scherzacci da scolaresca o spogliatoio.
È difficile che se lo dicano un commercialista e un avvocato, ma
tra due che hanno condiviso uno spogliatoio ci sta".
"Indagine? Se si guarda l'evento e non l'eco che ha generato,
sarebbe un nulla di fatto. Sono due grandi giocatori, con una
differenza: il Milan ha dimostrato di poter fare bene senza
Ibrahimovic, l'Inter non può far a meno di Lukaku", conclude.
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