"Siamo uno dei pochi sport che sta
riuscendo a ripartire e tutte le parti coinvolte, dalle squadre
agli atleti, agli organizzatori, sono felici di poter iniziare
la stagione. Ora dobbiamo solo incrociare le dita e sperare che
tutto vada al meglio fino a fine anno. E poi, da presidente
dell'Uci, sono particolarmente felice di ripartire dall'Italia:
sappiamo che questo Paese ha sofferto molto in questi mesi, ma
ora ci siamo. La vita riprende anche dal ciclismo ed è
splendido". Così David Lappartient, presidente dell'Unione
Ciclistica Internazionale, presente oggi alla Strade Bianche, ha
commentato ai microfoni della Rai la ripartenza della stagione
del grande ciclismo con la gara di Rcs Sport.
"Non è stato semplice per tutti ridisegnare il calendario e
avere sei-sette mesi di gare compresse in tre mesi - ha aggiunto
il n.1 del ciclismo mondiale - ma ci siamo riusciti. Per le
squadre, soprattutto, era fondamentale gareggiare in questa
stagione, altrimenti alcune di loro sarebbero scomparse: questo
lo volevamo evitare. Le sfide non sono ancora finite".
"Ci sono ancora chiusure, il Coronavirus si sposta anche in
alcune parti della Spagna e altrove - conclude -: le autorità
locali possono aver paura per il passaggio di una corsa, quindi
negarne lo svolgimento sul loro territorio. Penso che quanto sta
succedendo per la Milano-Sanremo non sia molto giusto, magari il
prossimo anno quando la corsa non passerà più dai luoghi che
quest'anno l'anno vietata, la penseranno diversamente. Ma
ovviamente il potere è tutto delle autorità locali e dei
Governi, come Uci dobbiamo seguire le loro indicazioni: il
problema è che, a volte, abbiamo pochissimo tempo per adattarci.
Così è stato per la Milano-Sanremo, con il percorso che è stato
cambiato all'ultimo. Nel ciclismo, comunque, tutto è possibile".
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