La straordinaria vittoria di Tadej
Pogacar nella prova in linea Elite uomini, in cui gli italiani
sono stati inesistenti, ha chiuso i Mondiali di ciclismo di
Zurigo. E quindi tempo di bilanci per il presidente della Fc
Cordiano Dagnoni, che preferisce puntare sul futuro.
"Torniamo a casa con un titolo mondiale, tra gli juniores, che
offre diverse chiavi di lettura - spiega -. Abbiamo ammirato in
Finn un talento; diamogli tempo per completare la maturazione.
Quest'anno nella categoria juniores abbiamo vinto titoli iridati
con atleti diversi, a dimostrazione che il nostro futuro non è
affidato ad un singolo corridore, ma alla forza di un movimento.
Credo sia la miglior risposta a chi afferma che non ci sono
ricambi ai campioni di oggi". "Sono certo che tra qualche anno -
continua Dagnoni - avremo corridori in grado di riempiere quel
gap, tra i professionisti, che ci separa attualmente dai più
forti. Ringrazio per questo prima di tutto le società, che sono
la vera forza della nostra federazione".
Poi il presidente vuole ricordare "tutto il gruppo del
ciclismo paralimpico, capace ancora una volta di ottenere
risultati in un settore che ogni anno alza sempre più il livello
complessivo con l'ingresso di nuovi paesi". "Abbiamo, poi,
ancora negli occhi la bella gara di Elisa Longo Borghini -
sottolinea - e la sua medaglia (di bronzo ndr) conquistata con
la grazia e la leggerezza di una atleta che rappresenta un
modello per tutti".
Secondo Dagnoni, "questi successi sono il frutto delle scelte
realizzate all'inizio del nostro mandato e concretizzato poi dal
lavoro di tutti i nostri ct, degli staff e del personale
federale, coordinati da Roberto Amadio". Ora per gli azzurrri
della bici ci saranno altri appuntamenti importanti, "a
cominciare dai mondiali in pista di ottobre - dice Dagnoni - e
poi, guardando oltre, alla stagione congressuale alla quale
arriviamo con la forza dei risultati e la serenità di aver
operato per il meglio".
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