Il trionfo di Lewis Hamilton e l'amarezza di Fernando Alonso per aver mancato di nuovo il podio nonostante la ritrovata competitività della Ferrari. Eccole qui le due facce del Gran Premio di Singapore che riporta l'inglese della Mercedes in testa al Mondiale piloti grazie alla contemporanea defaillance del rivale Nico Rosberg, costretto a ritirarsi dopo soli 15 giri per un problema tecnico. Bene le Red Bull che approfittano dell'ingresso improvviso della safety-car per salire entrambe al secondo e terzo posto con Sebastian Vettel e Daniel Ricciardo ai danni proprio della Rossa dell'asturiano. In ombra la F14 T di Kimi Raikkonen, mai in grado di avvicinarsi alle posizioni che contano e finito all'ottavo posto in una gara terminata allo scoccare del tempo massimo delle due ore e quindi prima dei 61 giri previsti (molto lunga la permanenza in pista della safety-car tra il 31/o e il 37/o giro per consentire la pulizia della pista dopo il contatto tra la Sauber di Sutil e la Force India di Perez).
Pronti via, subito un colpo di scena: la Mercedes di Rosberg è costretta a partire dalla pit-lane per un problema elettrico al volante vedendo così compromessa la sua corsa che finirà mestamente dopo poco per lo stesso motivo a cui i meccanici della Stella d'Argento non sono riusciti a porre rimedio durante la prima sosta ai box. A parte i problemi del tedesco fino ad oggi leader del Mondiale, la partenza del Gran Premio di Singapore è regolare con l'altra Mercedes di Hamilton, che scattava dalla pole, subito al comando. In seconda posizione la Red Bull di Vettel davanti alla Ferrari di Alonso, secondo dopo il semaforo verde, ma costretto a cedere una posizione per aver tagliato la prima curva. Quinta al via l'altra Rossa di Raikkonen che partiva dalla settima piazza sulla griglia. E nella notte della Formula 1 sullo scintillante Marina Bay Circuit si capisce immediatamente che la gara sta prendendo una piega a favore di Hamilton che stacca tutti mentre alle sue spalle è battaglia tra la Red Bull di Vettel e la Ferrari di Alonso che al secondo pit-stop riesce a prendersi una meritata seconda posizione. Dopo poco, però, arriva inaspettata la neutralizzazione della corsa a causa del contatto tra Sutil e Perez. Volano pezzi di carbonio in pista e anche le speranze della Ferrari di salire sul podio: in regime di safety-car Alonso è costretto cambiare ancore le gomme (le super-soft con le soft) scalando dalla seconda alla quarta posizione dietro alle due Red Bull. La safety-car resta in pista per sei lunghissimi giri per consentire agli addetti di pulire la pista, il che costringerà i direttori di corsa a fermare il Gp allo scadere del tempo massimo delle due ore.
Si riparte dal 37/o giro con Hamilton sempre al comando, ma con la necessità di guadagnare un buon margine in vista dell'ultima sosta per montare obbligatoriamente le gomme morbide. Dietro all'inglese le Red Bull e la Ferrari di Alonso già a quota tre soste e intenzionate ad arrivare così fino alla fine. Il primo pilota di colore della storia della F1 riesce a creare un buon margine rientrando al termine dell'ultimo pit-stop proprio tra le due Red Bull di Vettel e Ricciardo e grazie alle gomme fresche e alla superiorità della sua Mercedes si riprende la testa per concludere in trionfo la notte di Singapore.
Gran Premio 'by night' che, tra applausi a scena aperta e fuochi d'artificio, gli regala anche la testa del Campionato piloti con tre punti di vantaggio. Solo la sfortuna impedisce, invece, di risalire sul podio ad Alonso che può guardare con fiducia al resto della stagione con una Ferrari non ancora all'altezza della Mercedes, ma al livello dei 'vecchi' rivali della Red Bull.
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