La Ducati c'è, Rossi no, ma a mettere tutti d'accordo in Austria c'è il solito Marc Marquez. Il leader del Mondiale e la sua Honda hanno fatto i numeri sul Red Bull Ring, agguantando la pole position del Gp d'Austria con soli due millesimi di vantaggio su Andrea Dovizioso. LA GRIGLIA DI PARTENZA
Il forlivese, appena scesi di sella, lo ha elogiato dandogli una manata e definendolo "bastardo", rimandando a domani la rivincita in gara. A fianco dei due rivali partirà Jorge Lorenzo, anche lui molto vicino nei tempi. Una prima fila identica a quella 2017, quando Dovizioso ebbe la meglio su Marquez dopo un vero e proprio duello fino all'ultima curva.
A completare la buona prova delle Rosse di Borgo Panigale c'è il quarto posto di Danilo Petrucci, che si candida per il podio. Traguardo, questo, che sembra invece fuori portata per Valentino Rossi, che partirà addirittura dalla quinta fila. Il campione di Tavullia, 14/o nei tempi - una delle sue prestazioni peggiori in assoluto -, non è riuscito a entrare nella Q2 con la Yamaha che tra le curve austriache non ci si raccapezza, come dimostra l'11/o crono di Maverick Vinales. Marquez ha messo il suo sigillo in tutte le sessioni di prove libere, ad eccezione della Fp1 di ieri mattina, facendo capire a tutti l'aria che tirava nonostante la risaputa superiorità delle Ducati sul circuito austriaco. Al dunque, Dovizioso e Lorenzo le han provate tutte per strappare al campione del mondo in carica la 78/a pole in carriera ma un infinitesimale ritardo ha tarpato le ali al forlivese. Lorenzo era rammaricato di non aver cambiato prima dell'ultimo tentativo anche la gomma anteriore: "Avrei guadagnato due decimi e fatto la pole", ha detto sicuro.
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