L'inchiesta che avrebbe dovuto
portare, nel 1995, alla cattura del boss Bernardo Provenzano e'
stata al centro della deposizione dell'ex procuratore di Palermo
Giancarlo Caselli, citato al processo sulla trattativa
Stato-mafia. Per l'accusa la mancata cattura del padrino e
l'inerzia investigativa dei carabinieri, che non avrebbero
approfondito le informazioni che il colonnello Michele Riccio
ricevette dal mafioso Luigi Ilardo, sarebbero emblematiche
dell'accordo che pezzi delle istituzioni, tramite il Ros,
avrebbero stretto con Cosa nostra anche assicurando l'impunità a
Provenzano. Caselli ha raccontato di aver delegato l'indagine
all'allora pm Giuseppe Pignatone che aveva rapporti con Riccio e
da lui apprendeva le confidenze di Ilardo. "Pignatone mi
riferiva - ha spiegato - che di concreto non c'era in realtà
nulla se non la speranza di arrivare al boss".
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