La salma di Lidia Macchi, la
studentessa di Varese uccisa nel gennaio del 1987 con 29
coltellate, sarà riesumata per condurre una serie di analisi
alla ricerca di eventuali tracce di Dna. Lo ha stabilito il gip
di Varese Anna Giorgetti accogliendo la richiesta inoltrata nei
giorni scorsi dal sostituto pg di Milano Carmen Manfredda,
titolare dell'inchiesta sul 'cold case' che il 15 gennaio scorso
ha avuto una svolta, dopo quasi 30 anni, con l'arresto di
Stefano Binda, ex compagno di liceo della ragazza. Nei prossimi
giorni, con la formula dell'incidente probatorio, sarà conferito
l'incarico ad alcuni periti, tra cui l'anatomopatologa Cristina
Cattaneo, tra i massimi esperti in Italia di accertamenti su
morti violente e che si è occupata, tra le molte altre cose,
anche dell'omicidio di Yara Gambirasio. Il cadavere della
giovane, sepolto da 29 anni nel cimitero di Casbeno (Varese),
sarà riesumato alla ricerca di eventuali tracce organiche che
potrebbero essere riconducibili a Binda.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA