Potrebbero chiamarsi Centri di
permanenza per il rimpatrio (Cpr) i nuovi Cie cui il Viminale
sta lavorando, seguendo le indicazioni del ministro Marco
Minniti. Non si tratta solo di cambio di nome, ma anche di
organizzazione e funzionamento di strutture che - così come sono
state concepite - hanno in questi anni dimostrato tutti i loro
limiti.
Nel momento in cui Minniti, all'inizio dell'anno, ha
rilanciato i Cie, ha subito puntualizzato che i nuovi centri
"non avranno nulla a che fare con quelli del passato", avranno
"governance trasparente e un potere esterno rispetto alle
condizioni di vita all'interno". Gli uffici del ministero si
sono quindi messi al lavoro per mettere a punto un modello di
struttura che possa funzionare in modo efficiente. Saranno
centri piccoli - 80-100 posti al massimo, uno per regione (ma
Valle d'Aosta e Molise dovrebbero essere escluse), per
complessivi 1.500-1.600 posti - da individuare in prossimità
degli aeroporti.
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