La famiglia Regeni esprime la sua
"indignazione per le modalita', la tempistica ed il contenuto
della decisione del Governo italiano di rimandare l'ambasciatore
al Cairo". I parenti di Giulio Regeni, il ricercatore italiano
ucciso al Cairo, rilevano come "ad oggi, dopo 18 mesi di lunghi
silenzi e anche sanguinari depistaggi, non vi e' stata nessuna
vera svolta nel processo sul sequestro, le torture e l'uccisione
di Giulio"."La decisione di rimandare ora, nell'obnubilamento di
ferragosto, l'ambasciatore in Egitto ha il sapore di una resa
confezionata ad arte". "Solo quando avremo la verità sul perche'
e chi ha ucciso Giulio - continuano - quando ci verranno
consegnati, vivi, i suoi torturatori e tutti i loro complici,
solo allora l'ambasciatore potrà tornare al Cairo senza
calpestare la nostra dignita'".
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