Quando il plotone d'esecuzione il 15
ottobre 1917 eseguì' a Vincennes la pena capitale nei confronti
della danzatrice olandese Margaretha Geertruida Zelle, in arte
Mata Hari, condannata a morte in Francia con l'accusa di essere
una spia della Germania, lei ricambiò più volte il saluto con
cortesi cenni del capo, blandamente legata a un palo. Rifiutata
la benda poté fissare i dodici fanti ai quali era stato
assegnato il compito di giustiziarla: uno di essi, secondo
regola, aveva il fucile caricato a salve. Degli undici colpi,
otto andarono a vuoto, ultima galanteria dei militari di
Francia, uno la colpì al ginocchio, uno al fianco, il terzo la
fulminò al cuore: il maresciallo Pétey diede un inutile colpo di
grazia alla nuca. Nessuno reclamò la salma, sepolta in una fossa
comune. Eppure la danzatrice senza veli aveva fatto impazzire
con il suo corpo gli uomini di tutta Europa. Mata Hari nasceva a
Leeuwarden il 7 agosto 1876, unica femmina dei quattro figli dei
coniugi Adam Zelle e Antje van der Meulen.
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