"Andiamo in Niger in seguito ad una
richiesta del governo locale pervenuta a inizio dicembre per un
contributo a fare le cose che normalmente facciamo in questi
Paesi, come in Libia: consolidare gli assetti di controllo del
territorio e delle frontiere e rafforzare le forze di polizia
locali". Lo dice il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni.
"Certamente - rileva - dobbiamo guardare all'Africa per le
sue opportunità oltre che per i suoi rischi. Da ministro degli
Esteri decisi di aprire l'ambasciata in Niger, e non era una
cosa decisa a caso. Il Niger era un crocevia molto importante
dei grandi flussi migratori e perché vi si sono concentrati da
tanti anni traffici molto rilevanti di esseri umani. In più
diverse forme di terrorismo jihadista sono particolarmente
presenti nel Sahel". Quanto alle motivazioni della missione,
Gentiloni osserva: "Ho sentito strane illazioni. Sono
spettacolari... Noi abbiamo un interesse evidente nel
consolidare la capacità nigerina di controllare il proprio
territorio".
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