Ha ribadito le accuse al boss che cinque
anni fa l'aveva minacciata per il suo lavoro di cronista. Una
testimonianza, quella resa oggi dalla giornalista Federica
Angeli nel processo a carico di Armando Spada, esponente
dell'omonimo clan di Ostia, in cui ha raccontato la sua vita da
"cronista sotto scorta" in un pezzo di Roma ostaggio di una
organizzazione di stampo mafioso. "Rifarei quello che ho fatto
ma la mia vita è cambiata", ha detto ai colleghi che fuori la
città giudiziaria hanno organizzato un sit in di solidarietà. Un
concetto ribadito anche davanti al giudice monocratico nel
processo in cui al "boss" degli Spada viene contestato il reato
di minacce e violenza privata. Le parole della cronista arrivano
proprio nel giorno in cui in Procura sono stati consegnati gli
atti relativi ad un'altra vicenda che riguarda gli Spada:
l'assegnazione di una casa popolare a Giuseppe, parente dei due
presunti reggenti del clan, Carmine e Roberto. I pm della Dda
dovranno valutare l'esistenza o meno di profili penali.
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