La Corte di giustizia Ue ha imposto
all'Italia una multa da 25 milioni di euro, più 30 milioni per
ogni semestre di ritardo nella messa a norma di oltre 100 centri
urbani o aree sprovvisti di reti fognarie o sistemi di
trattamento delle acque reflue. L'Italia era già stata
condannata dalla Corte nel 2012 e deferita per la seconda volta
dalla Commissione europea per una procedura di infrazione
cominciata nel 2004. A oltre sei anni di distanza dalla prima
sentenza, fa notare la Corte, il numero degli agglomerati non
conformi si è ridotto da 109 a 74, ma è comunque grande il
ritardo nel seguire le disposizioni Ue, che si applicano dal 31
dicembre 2000. Inoltre l'Italia è già stata condannata dalla
Corte per la gestione inadeguata delle acque di scarico urbane e
ha in corso due procedura di infrazione per lo stesso motivo,
una delle quali ha portato a una prima sentenza nel 2014.
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