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Nel bidone calciatore era ancora vivo

Nel bidone calciatore era ancora vivo

L'omicidio in novembre,prima lo hanno stordito con narcotizzanti

MILANO, 02 luglio 2018, 14:40

Redazione ANSA

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Andrea La Rosa, l'ex calciatore di 35 anni ucciso nel novembre 2017 a Milano, è morto per "l'azione combinata dell'inalazione dei fumi dell'acido e del confinamento all'interno del bidone" dove era stato infilato il corpo per essere sciolto. Si legge nella nota di riepilogo delle indagini condotte dai carabinieri che oggi hanno notificato l'avviso ai due arrestati, Raffaele Rullo e a sua madre Antonietta Biancaniello, in carcere con l'accusa di averlo ucciso per un debito nei confronti di La Rosa di oltre 30mila euro. Dalla perizia sul corpo è dunque emerso che l'ex calciatore del Brugherio non è morto per le ferite inferte nella cantina in via Cogne dove ha incontrato i suoi assassini, ma soffocato dai fumi dell'acido che avrebbe dovuto far sparire il suo cadavere.
    Rullo lo ha attirato in via Cogne con la scusa di presentargli sua madre, i due gli hanno somministrato due narcotizzanti che lo hanno stordito consentendo a madre e figlio di trascinarlo nelle cantine. Qui lo hanno infilato nel bidone.
   

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