La "attività" delle "'escort',
ancorché scelta deliberatamente e liberamente, risulta proprio
porsi in contrasto con la tutela della dignità della persona
umana" protetta dalla norma che punisce la "agevolazione della
prostituzione". Lo scrive la Corte d'Appello che ha condannato,
riducendo lievemente le pene, Emilio Fede e Nicole Minetti per
il caso Ruby bis, respingendo la questione di illegittimità
costituzionale della legge Merlin posta dalle difese, accolta
invece dai giudici di Bari nel caso Tarantini. Inoltre, la
"messa a disposizione" per le ragazze che frequentavano le
serate di Arcore "degli appartamenti siti in via Olgettina", a
Milano, può aver inciso "sulla loro scelta di protrarre anche
nel tempo l'attività prostitutiva ivi espletata, rendendola più
stabile e continuativa".
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