La polizia e la guardia di Finanza di
Trapani hanno confiscato 52 appartamenti, 9 villini, 11
magazzini, 8 terreni, 19 garage, autovetture, conti correnti e
società, per un valore stimato di circa 21 milioni di euro, a
carico di due imprenditori ritenuti essere stati collusi con
esponenti delle "famiglie mafiose" della provincia, attivi
nell'edilizia, che hanno operato nel settore dei lavori
appaltati da enti pubblici in Sicilia su mandato del boss
latitante Matteo Messina Denaro. Il provvedimento è stato emesso
a conclusione di analisi condotte dai poliziotti della Divisione
Anticrimine svolte congiuntamente dalla Divisione Anticrimine e
dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di
Finanza di Trapani. Le indagini hanno evidenziato l'appartenenza
dei due ad un gruppo di imprenditori che "Cosa nostra" ha
utilizzato, su mandato del "rappresentante provinciale" Messina
Denaro per esercitare, per oltre un decennio, il condizionamento
nell'aggiudicazione di appalti e nell'esecuzione delle opere.
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