La passione per l'arte greca e
romana nell'epoca del Grand Tour contagiò sovrani, aristocratici
e viaggiatori illustri e favorì il fiorire di laboratori e
botteghe di maestri specializzati nella riproduzione seriale di
capolavori del mondo classico. Si sviluppò allora la fabbrica di
souvenir destinati ad arricchire collezioni e dimore, con le
repliche ispirate - o copiate di sana pianta - alle icone dell'
antichità. Di questo capitolo particolare della storia dell'
arte si occupa la mostra "Il Classico si fa Pop. Di scavi, copie
e altri pasticci", fino al 7 aprile, che il Museo Nazionale
Romano ha suddiviso in due delle sue sedi, Palazzo Massimo e
Crypta Balbi.
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