All'avvio della presidenza di
turno romena del Consiglio Ue fa discutere il ricorso del
presidente del Partito socialdemocratico (Psd) e presidente
della Camera dei deputati di Bucarest, Liviu Dragnea, alla Corte
di Giustizia europea contro la Commissione Ue, per un rapporto
dell'Olaf, l'autorità antifrode dell'Ue, secondo cui sarebbe
coinvolto in una frode con i fondi comunitari.
Ma al di là del caso Dragnea, la corruzione che dilaga nel
Paese (già a novembre la Commissione europea aveva avvertito la
Romania del rischio di un allontanamento dai progressi
registrati dalla sua adesione all'Ue) non è l'unica questione
che preoccupa. Bruxelles segue infatti con una certa apprensione
le riforme della giustizia volute dal governo guidato da Viorica
Dancila, che pongono dubbi sul rispetto dello stato di diritto e
l'indipendenza della magistratura, che hanno scatenato dure
proteste di piazza. Un corteo di protesta ha accompagnato anche
la cerimonia di apertura, con i vertici europei a Bucarest.
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