Dodici pozzi contaminati sono
stati posti sotto sequestro dai carabinieri tra i comuni di
Caserta e San Nicola la Strada: in alcuni è stata accertata la
presenza di circa 9000 milligrammi per litro di arsenico, una
"quantità abnorme" per il procuratore di S. Maria
Capua Vetere Maria Antonietta Troncone. Acqua utilizzata per
anni per irrigare alcune colture ma anche per i giardini di
complessi residenziali; non arriva invece nelle case, che sono
allacciate alla normale condotta idrica. L'area era nota negli
anni '60 e '70 come la "piscina rossa": sul fondo di una cava
ristagnavano liquami contenenti arsenico e altre sostanze
chimiche, residui dell'attività di lavorazione del ferro e del
vetro, nei pressi dell'industria Saint Gobain di Caserta. Nella
zona, nota come Lo Uttaro, sorgono altre cave trasformate in
discarica; la "piscina rossa" negli anni è stata interrata
insieme a tonnellate di rifiuti, e sovrastata da abitazioni
civili e insediamenti produttivi. In zona c'è un'alta incidenza
di tumori.
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