C'è una seconda traccia mai
associata ad un dna nel caso della morte di Desiree Piovanelli,
la 14enne uccisa nel settembre del 2002 a Leno (Brescia). Per il
delitto sono stati condannati in via definitiva tre minori ed un
maggiorenne, ma la Procura di Brescia ha aperto una nuova
inchiesta per omicidio, senza indagati, dopo l'esposto del padre
della vittima, convinto che ci sia un mandante ancora in libertà
"legato al mondo della pedofilia".
La seconda traccia è stata ritrovata su un fazzoletto che era
presente all'interno della cascina dove venne uccisa Desiree.
Dagli atti era emerso che esiste una prima traccia, mai presa in
considerazione, sul gomito e sul fianco del giubbino che
indossava la 14enne quando venne uccisa.
Entrambe le tracce, stando alle relazioni dei Ris di Parma
dell'epoca, appartengono "a soggetti di sesso maschile diversi
dagli indagati". Indagati che nel frattempo sono diventati
imputati e condannati definitivamente.
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