Sono decine i corpi recuperati
dalla Guardia costiera libica all'indomani del naufragio di due
imbarcazioni al largo delle coste libiche. Lo riferiscono le
autorità di Tripoli, secondo le quali sono ancora 116 i dispersi
nel naufragio di ieri. Intanto, l'Unhcr denuncia che 84
sopravvissuti al disastro sono stati trasferiti nel centro di
detenzione di Tajoura, nei pressi di Tripoli, lo stesso del
bombardamento aereo di inizio mese in cui rimasero uccisi almeno
50 rifugiati. "La sofferenza di queste persone è difficile
persino da immaginare. Non ci sono parole per descrivere quanto
stiano soffrendo", racconta intanto Anne-Cecilia Kjaer, di
Medici senza Frontiere, che ha assistito i superstiti del
naufragio. "Un uomo originario del Sudan, recuperato in mare, ci
ha detto di aver visto sua moglie e i suoi figli affogare. Era
totalmente disorientato". Altri hanno raccontato di aver
lasciato le coste libiche la sera di mercoledì, al tramonto, a
bordo di tre barconi legati l'uno all'altro.
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