La Cina sta mettendo a punto un piano
per sostituire a marzo 2020 la governatrice Carrie Lam con una
nomina ad interim: lo riporta il Financial Times, indicando la
svolta allo studio dopo quasi 5 mesi di proteste
anti-governative e pro-demcorazia che stanno scuotendo l'ex
colonia. La Lam, divenuta ormai un bersaglio delle
manifestazioni, ha ricevuto il sostegno di Pechino che ha
supportato anche l'azione della polizia, defininendo i
dimostranti "rivoltosi". Il piano, secondo fonti anonime sentite
dal quotidiano della City, dipenderebbe dalla situazione nella
città e dal ritorno alla calma, in modo da evitare che il cambio
possa apparire come una resa alle violenze. La Lam, che ha
rifiutato concessioni di fronte alle proteste (tra la
piattaforma delle 5 richieste ci sono le sue dimissioni e il
suffragio universale), ha fatto ricorso alla legislazione
d'emergenza usando la legge coloniale del 1922 per vietare le
maschere nelle manifestazioni, alimentando un'altra ondata di
devastazioni.
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